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A San Giovanni la Punta in provincia di Catania, la famiglia Patania, dal 1973, si dedica alla produzione di tipici manufatti siciliani, i famosi Pupi. Sinonimo di professionalità, creatività e tradizione, i Patania hanno costruito un’impresa artigiana che fa della tradizione siciliana e dell’unicità del prodotto i propri punti di forza.
Questi veri e propri “tesori del passato” vengono trasformati in manufatti raffinati, armoniosi e unici, che sono il risultato di passione, senso di appartenenza alla propria terra e di una meticolosa attenzione a materiali di primissima qualità. L’antica tecnica artigiana, che prevede l’utilizzo delle sole mani e semplici ma essenziali strumenti di lavoro, è una costante della creatività della famiglia Patania.
La costante ricerca di oggetti dal fascino antico, la produzione dei Pupi, l’attenzione verso il cliente, ma non solo. La famiglia Patania è specializzata nella realizzazione delle tradizionali “Coffe”: antiche mangiatoie di cavalli tenute sotto il carretto, oggi rivisitate e trasformate in borse di paglia rivestite da velluti, frange e pelli di prima qualità, decorate a mano e impreziosite da applicazioni in ceramica.
Opera
La creazione di un pupo siciliano: Orlando
Smalto, 60 x 151 x 68,2 cm
Le immagini dipinte su questo frigorifero raccontano i vari passaggi che presiedono alla costruzione di un pupo siciliano. Il personaggio qui ritratto è Orlando. Iniziando dalla parte laterale troviamo la creazione dell’armatura interamente sbalzata e assemblata a mano. Sull’altro lato compare la seconda fase, cioè l’unione dell’armatura allo “scheletro” in legno, già interamente vestito con stoffe e frange cucite a mano. Sulla parte frontale vediamo il pupo siciliano ormai completo, con testa e mantello. I tre pannelli sono arricchiti da altrettanti mascheroni in stile barocco. Sul top compaiono due simboli che fanno riferimento al personaggio di Orlando: la sua spada, chiamata “Durlindana”, e l’“Olifante”, il corno che Orlando suonò a Roncisvalle per mettere in allarme l’esercito di Carlo Magno.